E’ necessario affrontare molte incombenze burocratiche quando si tratta di pagare contributi e versare imposte. C’è infatti una serie di moduli ben precisi da compilare, che soprattutto le prime volte possono risultare complessi e ostici da comprendere. Uno tra tutti il modello F24, documento che consente di versare a Stato, Regioni e Comuni, ma anche agli enti previdenziali, imposte, contributi e altri importi. Si tratta di uno strumento espressamente rivolto a tutti i contribuenti, sia titolari di partita IVA che dipendenti. E’ perciò utile precisare come oggi ci sia anche la possibilità di pagare F24 online con un servizio come Qonto, che per farlo si avvale di una rete specializzata di commercialisti professionisti. Quest’ultimo è l’istituto di pagamento 100% digitale che – nato nel 2017 in Francia e sbarcato in Italia nel 2019 – è votato al supporto di PMI, professionisti e start up.
Cos’è possibile pagare utilizzando il modello F24
Attraverso la corretta compilazione del modello F24 si possono pagare diversi tributi e contributi, come IVA e imposte sui redditi (Irpef, Ires) ma anche ritenute sui redditi da lavoro e sui redditi da capitale. Stesso discorso per Irap, addizionale regionale e comunale Irpef, diritti camerali, accise, imposta di fabbricazione e di consumo così come Imu, Tares, Tari canoni di locazione Inpdap. Si pagano in questo modo molti altri importi e tra questi sarà corretto indicare imposte sulla dichiarazione di successione, proventi dovuti all’uso di beni di Demanio e Patrimonio dello Stato, ravvedimento e avviso di irrogazione di sanzioni (ma non solo ovviamente).
La compilazione del documento e la suddivisione in sezioni
Procedere alla corretta compilazione di un F24 è semplice, soprattutto perché questo documento è suddiviso in una serie di sezioni ciascuna delle quali inerente a uno specifico pagamento. Per ognuna di esse ci sono regole ben precise alle quali occorre attenersi, sono di facile comprensione e corredate di semplici istruzioni. C’è un campo che più degli altri è frequentemente oggetto di errori di compilazione, ovvero il codice tributo (è comunque semplice reperire quello corrispondente al singolo caso effettuando una semplice ricerca sul web). Altri errori tipici possono poi riguardare il periodo di riferimento e il codice fiscale.
La sezione Erario deve essere compilata nel caso in cui si debbano effettuare versamenti di Iva, Irpef e Ires ma anche tasse erariali e ritenute. Quella dedicata alle Regioni dovrà invece essere presa in considerazione per le imposte regionali come Irap e addizionale regionale all’Irpef. Si fa invece riferimento alla sezione Imu e altri tributi locali per le imposte a carattere comunale.
Quali sono i principali dati da inserire nel documento? Per quanto riguarda il contribuente si tratta di dati anagrafici, domicilio fiscale e codice fiscale. In base al tipo di imposta che si deve pagare si indicherà il relativo codice tributo. Deve poi essere riportato l’anno o il periodo di riferimento (nel formato a 4 cifre), così come anche il codice Regioni per imposte regionali e quello catastale del Comune per Imu e tributi di tipo locale.